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Parodontite: la malattia dell'apparato di supporto del dente


Cosa bisogna sapere:

  • Questa malattia può portare alla perdita di denti anche perfettamente sani.

  • Questa malattia ha una componente genetica.

  • Da questa malattia non si guarisce, ma può essere stabilizzata per mezzo di alcune terapie.

  • Il successo di tali terapie dipende tantissimo dal comportamento del paziente.


In questo video il dottor De Lellis ci spiega cos'è e cosa non dobbiamo sottovalutare.

La malattia parodontale (o parodontite)  riguarda il parodonto ossia l’apparato di supporto del dente.


Come vediamo nell’immagine, il dente è formato da una parte dura esterna detta smalto, una parte più interna meno dura che è la dentina e una parte ancora più interna che è la polpa dentaria in cui si trovano i vasi sanguigni e i nervi.

Intorno al dente c’è il parodonto che è costituito da:

  • legamento parodontale: un sottile strato fibroso che si interpone tra la radice del dente e l’osso dell’alveolo tenendo il dente ancorato e facendo da ammortizzatore per gli stimoli della masticazione.

  • osso alveolare: osso che contiene il dente

  • gengiva: che ricopre l’osso alveolare e fa da guarnizione e da sigillo intorno al dente.


Quando c’è un accumulo batterico intorno al dente, se i batteri non vengono rimossi, possono provocare delle infiammazioni che coinvolgono la gengiva e, nel tempo, tendono ad approfondirsi formando le cosiddette “tasche” e coinvolgendo il legamento parodontale e poi l’osso alveolare, con conseguente destabilizzazione del dente e infine perdita dello stesso.


Questo non avviene all’improvviso, ma ci sono dei segnali da non sottovalutare:


  • Gengiva infiammata: gonfia, rossa, dolente e che sanguina

  • Gengiva che si ritrae dandoci la sensazione visiva di avere dei denti più lunghi che possono essere anche più sensibili.


  • Negli stadi più avanzati: i denti dondolano e può esserci dolore durante la masticazione.


Questa condizione porta alla perdita di uno o più denti, ma è importante sapere che prima di arrivare a questo, la malattia può essere gestita, stabilizzata e rallentata sebbene non si possa mai parlare di una vera e propria guarigione.


Il vostro dentista di fiducia dovrà diagnosticare la malattia parodontale e stabilire come trattarla.

Il trattamento potrà andare da sedute di igiene professionale più frequenti per la rimozione del tartaro con relative istruzioni per l’igiene domiciliare, fino a dei veri e propri trattamenti chirurgici sul parodonto.


Bisogna tenere presente che questa malattia ha una forte componente genetica e che più del 50% del successo della terapia è dovuta all’atteggiamento del paziente che dovrà essere rigorosissimo nel seguire le indicazioni del proprio dentista.



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