Cosa bisogna sapere:
Questa malattia può portare alla perdita di denti anche perfettamente sani.
Questa malattia ha una componente genetica.
Da questa malattia non si guarisce, ma può essere stabilizzata per mezzo di alcune terapie.
Il successo di tali terapie dipende tantissimo dal comportamento del paziente.
In questo video il dottor De Lellis ci spiega cos'è e cosa non dobbiamo sottovalutare.
La malattia parodontale (o parodontite) riguarda il parodonto ossia l’apparato di supporto del dente.
Come vediamo nell’immagine, il dente è formato da una parte dura esterna detta smalto, una parte più interna meno dura che è la dentina e una parte ancora più interna che è la polpa dentaria in cui si trovano i vasi sanguigni e i nervi.
Intorno al dente c’è il parodonto che è costituito da:
legamento parodontale: un sottile strato fibroso che si interpone tra la radice del dente e l’osso dell’alveolo tenendo il dente ancorato e facendo da ammortizzatore per gli stimoli della masticazione.
osso alveolare: osso che contiene il dente
gengiva: che ricopre l’osso alveolare e fa da guarnizione e da sigillo intorno al dente.
Quando c’è un accumulo batterico intorno al dente, se i batteri non vengono rimossi, possono provocare delle infiammazioni che coinvolgono la gengiva e, nel tempo, tendono ad approfondirsi formando le cosiddette “tasche” e coinvolgendo il legamento parodontale e poi l’osso alveolare, con conseguente destabilizzazione del dente e infine perdita dello stesso.
Questo non avviene all’improvviso, ma ci sono dei segnali da non sottovalutare:
Gengiva infiammata: gonfia, rossa, dolente e che sanguina
Gengiva che si ritrae dandoci la sensazione visiva di avere dei denti più lunghi che possono essere anche più sensibili.
Negli stadi più avanzati: i denti dondolano e può esserci dolore durante la masticazione.
Questa condizione porta alla perdita di uno o più denti, ma è importante sapere che prima di arrivare a questo, la malattia può essere gestita, stabilizzata e rallentata sebbene non si possa mai parlare di una vera e propria guarigione.
Il vostro dentista di fiducia dovrà diagnosticare la malattia parodontale e stabilire come trattarla.
Il trattamento potrà andare da sedute di igiene professionale più frequenti per la rimozione del tartaro con relative istruzioni per l’igiene domiciliare, fino a dei veri e propri trattamenti chirurgici sul parodonto.
Bisogna tenere presente che questa malattia ha una forte componente genetica e che più del 50% del successo della terapia è dovuta all’atteggiamento del paziente che dovrà essere rigorosissimo nel seguire le indicazioni del proprio dentista.
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